Città di vetro
di Timothy Tambassi – Dalla ‘polis’ greca alle metropoli contemporanee, passando attraverso le trasformazioni della modernità e i paesaggi utopici, la nozione di città ha costituito un elemento di riflessione imprescindibile per un’indagine sul legame dell’individuo con lo spazio che lo circonda e sul progressivo modificarsi di questo spazio. Platone, Campanella, Weber, Spengler, Simmel, Benjamin, Foucault, Deleuze e Derrida sono solo alcuni tra i principali autori che si sono occupati della sfida posta alla filosofia dalla nozione di città. Ma le riflessioni inerenti a tale nozione non si limitano ovviamente a una mera indagine filosofica, coinvolgendo, senza alcuna pretesa di esaustività, spunti provenienti dall’indagine sociologica, politica, geografica, antropologica, religiosa, architettonica e così via. Il nuovo numero de “La società degli individui” ha l’obiettivo di restituire al lettore parte di questi spunti multidisciplinari, partendo dall’evolversi delle riflessioni novecentesche sulla città, per poi passare alle sfide poste dal presente, senza trascurare gli immaginari della città del futuro.
Dalle riflessioni contenute nei saggi, umanistiche prima ancora che filosofiche, emergono almeno due linee rosse. La prima può essere rintracciata nel carattere (almeno) duale della dimensione urbana, carattere ben esplicitato da Richard Sennett in “Costruire e abitare. Etica per la città”. Da un lato, si tratta di sottolineare l’aspetto materiale della città, nel suo intersecarsi di strade ed edifici. Dall’altro lato, vuol dire non trascurare quell’insieme di percezioni, comportamenti e stili di vita di chi vive e abita la città stessa. Ma indagare la nozione di città non significa limitarsi a palesare questo dualismo, quanto piuttosto evidenziare una molteplicità di relazioni possibili tra questi due aspetti della dimensione urbana, aspetti distinti ma costantemente in dialogo e, soprattutto, mai reciprocamente neutrali.
La seconda linea rossa coinvolge invece il modificarsi della nozione città: o meglio, da un punto di vista ontologico, l’intrecciarsi di una riflessione diacronica e spaziale con le difficoltà relative a una caratterizzazione univoca di tale nozione. Dalla città secolare a quella industriale, dalla città globale a quella virtuale, approcciarsi al dibattito urbano significa infatti confrontarsi con un soggetto teorico in continua metamorfosi (e dunque di difficile caratterizzazione), ma anche con l’eterogeneità delle sue esemplificazioni così come con alcune evidenti omogeneità di alcune trasformazioni. Ed è proprio in questa tensione pluralistica, diacronica, spaziale e concettuale, che le riflessioni su passato, presente e futuro della città si mescolano, senza mai ridursi l’una nell’altra, in un contesto che fa del delineare una moltitudine di linee interpretative l’elemento di maggiore ricchezza concettuale. 1
Notes:
- Tambassi, Timothy. 2019. “Città di Vetro”. La società degli individui vol. 66: pp 7-8. ↩
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