FRASI BUFFE E ORBITALI ATOMICI – Cronache dalla classe
Di Giuseppe Turchi
“Sono proprio dolce e felice”.
Quando stamattina l’ho detto in 1^ informatico, i miei alunni hanno cominciato a sghignazzare. Da una ventina di minuti la collega di chimica stava parlando di numeri quantici e orbitali. Io, supplente di sostegno, scrivevo appunti e disegnavo schemi come al mio solito. Per me la spiegazione era chiarissima: ci sono quattro livelli energetici,[1] ciascuno dei quali suddivisi in sottolivelli a seconda del numero quantico (s, p, d, f), i quali possono contenere un numero preciso di elettroni (2, 6, 10, 14).
[Semplice schema dei livelli quantici e rispettivi sottolivelli]
Ma allora cosa diavolo c’entrava quella frase con la lezione sulla configurazione elettronica dell’atomo?
Potendo scrutare le espressioni di tutti i ragazzi dal mio banco, avevo notato uno sguardo spaesato in molti di loro. Probabilmente ciò era dovuto al fatto che lo studio degli orbitali è come un sistema di scatole cinesi che alterna numeri a lettere. Nulla di trascendentale, s’intende, tuttavia avevo capito che poteva essere disorientante per uno studente che affrontava l’argomento per la prima volta.
A un certo punto, guardando le lettere che nominano i sottolivelli, mi è venuta in mente la frase. Dopodiché, per ricordare quanti sottolivelli ha ciascun livello, mi sono aiutato con le dita della mano.
[Parole velcro per ricordare gli orbitali dei sottolivelli energetici]
Inventato questo buffo stratagemma, ho pronunciato la frase ai ragazzi più vicini a me e fatto la conta sulle dita senza dare ulteriori spiegazioni. Come ho detto all’inizio, i più hanno cominciato a sghignazzare. Avranno pensato a un giovane supplente impazzito. Poi uno, dopo aver guardato sia la lavagna che la LIM, ha avuto l’illuminazione: «Prof.! Ma lei è un genio!»
Mi sarebbe piaciuto potergli dare ragione, ma in realtà non avevo fatto altro che usare una delle più banali strategie di memorizzazione: le parole velcro. Tale tecnica consiste nell’utilizzare rime o assonanze (in questo caso la prima lettera) per ricordarsi gli elenchi o i codici numerici. Il conteggio con le dita le aggiunge un aspetto motorio-percettivo che facilita ancora di più la memorizzazione. Inoltre, più la frase è sciocca e surreale, più è facile creare un collegamento emotivo, anch’esso fondamentale per la sedimentazione delle conoscenze.
“Sono proprio dolce e felice” non è il tipo di frase che ci si aspetta di sentire da un adolescente, soprattutto se la classe è interamente maschile. Questa, forse, è stata la sua forza. Ma la cosa più bella sono stati i sorrisi sia dei distratti che di quelli che provavano realmente a capire. Grazie a una frase nata per gioco sono riusciti a imparare qualcosa entrambi.
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In realtà sono sette, ma per semplicità la collega ne ha mostrati quattro. A causa di ciò la tecnica di memorizzazione che presento qui non può funzionare per i livelli 5, 6 e 7, se non con qualche artificio. ↑
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