“Le luci della sapienza”

di Francesco Gianola Bazzini

 

Con questo testo Abu Muhammad Hamid ibn M. al Ghazali (Khorasan Persia 1058 – 1111), introduce una serie di riflessioni che ne fanno il più importante teologo e filosofo dell’Islam sunnita. Il percorso di studi e di divulgazione presso l’Università di Parma, che ho affrontato in questi anni sul tema dell’Islam politico, attraverso le figure tra gli altri di Mhuammad Abdu , Muhammad Iqbal, Malek Bennabi ma soprattuto Jamal al Din Afghani mi hanno portato attraverso i numerosi richiami concettuali ad approfondire il pensiero di Al Ghazali, che con le sue pagine è sicuramente un punto di riferimento per chi nell’ambito del pensiero politico filosofico, ma anche teologico dell’Islam, si richiama in particolare a quella corrente definita fondamentalista – riformista[1]. Il testo “ Le luci della Sapienza”[2] si articola in due diversi capitoli: Il libro che preserva dall’errore e La nicchia delle luci. Il primo capitolo è stato accostato da Massimo Campanini, che ne ha curato la postfazione, a Le confessioni di Sant’Agostino. I due autori infatti ripercorrono nei relativi scritti e con le dovute differenze, il rispettivo percorso spirituale che li ha portati ad abbracciare in toto la propria fede religiosa. La particolarità di Al Ghazali è che questo percorso consolida le sue convinzioni attraverso un confronto critico con le diverse discipline speculative quali: matematica, logica, scienza della natura, teologia, politica ed etica. Si può sicuramente affermare che mentre lo sforzo di S. Agostino è diretto ad “acquisire la fede”, il percorso di Al Ghazali è diretto ad un consolidamento e ad un perfezionamento di una “fede già acquisita”.

Il mio contributo non vuol essere una recensione, né tantomeno una dissertazione teologica-filosofica, che naturalmente lascio a studiosi sicuramente più autorevoli. Ma con la sottolineatura di alcuni passi del Libro che preserva dall’errore, il richiamo ad un pensiero e ad una metodologia di grande spessore compiuti attraverso un linguaggio di elevata sapienza scientifica, se si pensa oltretutto al periodo storico ed al contesto politico in cui prende vita, con le diverse dinastie califfali Abbaside, Selgiuchide e Fatimide in perenne lotta fra loro. Ed inoltre all’interno di una frattura mai sanata fra le due diverse anime dell’Islam: sunniti e sciiti, questi ultimi a loro volta divisi in diverse linee confessionali e politiche. Insomma una realtà particolarmente conflittuale che imponeva, anche per un grande pensatore, una certa dose di prudenza nell’affermare i propri principi, considerando che Al Ghazali studiò, insegnò e viaggiò in diverse parti del Medio-Oriente musulmano, compiendo anche il pellegrinaggio alla Mecca.

Il libro che preserva dall’errore è a sua volta suddiviso in paragrafi argomentativi. Per quanto attiene a questo mio breve contributo, mi soffermo in particolare sul paragrafo in cui l’autore indaga il rapporto della religione con le diverse discipline scientifiche che all’epoca interessavano diversi studiosi, la cui opera non era solamente speculativa, ma anche di recupero del pensiero antico in primis di Socrate, Platone o Aristotele, giunti fino a noi grazie al lavoro di esegesi compiuto in questo fiorente periodo. Il paragrafo in oggetto Le varie specie di scienze filosofiche[3] inizia suddividendo le scienze in sei specie: matematica, logica, scienza della natura, teologia, politica ed etica.

La matematica

<< Il primo male è che chi specula sulla matematica rimane grandemente stupito della sua precisione e dell’evidenza delle sue dimostrazioni. Ciò lo induce a credere ciecamente ai filosofi … E se ha già udito, essendo sulla bocca di tutti, della loro miscredenza, della loro negazione degli attributi divini e del loro disprezzo per la Legge Rivelata, egli stesso diventa miscredente accettando supinamente e totalmente le loro teorie … >>. << Il secondo male deriva da coloro che assentono all’Islam da ignoranti. Costoro pensano che la religione debba essere difesa contro la negazione professata contro di essa da tutte le scienze dei filosofi, per cui contestano la totalità delle scienze filosofiche e pretendono che i loro cultori ne siano ignoranti, arrivando a negare ad esempio le eclissi di Sole e di Luna in quanto in contrasto con la Legge religiosa >>. <<Invero commette grande crimine contro la religione chi pensa che l’Islam possa essere difeso mediante la negazione delle scienze matematiche. Nella Legge religiosa non si trova nulla contro queste scienze, né in senso negativo, né in senso positivo, né in queste scienze vi è nulla che contrasti con la religione >>.

La logica

<< Per quanto riguarda le scienze della logica, anche in esse non vi è nulla che riguardi la religione, né in senso negativo né in senso positivo. La logica studia i metodi della dimostrazione e dei sillogismi; le premesse delle dimostrazioni apodittiche e di come esse vengano strutturate; le condizioni per formulare una definizione corretta e di come essa venga strutturata. … Non vi è alcuna necessità di negare tutto ciò, anzi, cose di tal genere sono ricordate dai teologi dialettici e da coloro che speculano sulle dimostrazioni >>.

La scienza della natura

<< Per quanto riguarda la scienza della natura, essa indaga il corpo celeste con le sue stelle e i corpi che si trovano sotto di esso, sia quelli semplici come l’acqua, l’aria, la terra e il fuoco, sia quelli composti, come gli animali, le piante e i minerali; indaga inoltre le cause dei loro cambiamenti, delle loro trasformazioni e delle loro mescolanze …>>. << Ciò assomiglia a quanto fa il medico col corpo umano e le sue membra, le principali e le serventi e con le cause della modificazione dei temperamenti. Come non è imposto dalla religione condannare la medicina, non è imposto dalla religione neppure condannare questo tipo di scienza … >>. Alle principali possibili teorie che vanno in senso contrario Al Ghazali sottolinea le sue obiezioni: << La principale è che la natura deve essere sottomessa a Dio Altissimo e non è in grado di operare in modo autonomo, ma è messa in opera dal suo Creatore. Il Sole, la Luna, le stelle e tutti gli altri corpi naturali, sono soggiogati al comando di Dio, e non possono compiere alcun atto grazie alla loro essenza >>. Sul tema delle leggi della natura torna dopo nove secoli Abu ala Mawdudi, studioso ed esegeta del Corano e uno dei padri fondatori del moderno Pakistan. Affronta il tema con una prosa ricca di riflessioni profonde in linea con il pensiero di Al Ghazali. Nel suo trattato sulla conoscenza dell’Islam afferma: << Giacché tutto il creato obbedisce alle leggi divine, si può dire che tutto l’universo segue alla lettera la religione dell’Islam, perché l’Islam non significa nient’altro che che sottomissione ed obbedienza ad Allah, il Signore dell’Universo. Il sole, la luna, la terra e tutti gli altri corpi celesti sono dunque musulmani, come l’aria, l’acqua, il calore, i minerali, la vegetazione e gli animali >>.[4]

Scienza delle cose divine (teologia)

<< Per quanto riguarda la scienza delle cose divine, è quella che contiene la maggior parte degli errori dei filosofi, non potendo essi trattarne facendo ricorso alle dimostrazioni apodittiche secondo le condizioni stabilite dalla logica. E’ pure la scienza in cui differiscono maggiormente gli uni dagli altri. Sennonché, sebbene sia possibile sintetizzare in venti punti i loro errori, è necessario pronunciare contro di essi la dichiarazione di miscredenza relativamente a tre teorie, mentre per le altre diciassette devono essere accusati di aver apportato innovazioni biasimevoli. Tra le affermazioni dei filosofi ve ne sono tre sulle quali tutti i musulmani sono in disaccordo. 1) L’affermazione che i corpi non risorgeranno. A godere della ricompensa o a subire la punizione, saranno soltanto gli spiriti. Le ricompense e le punizioni stesse, del resto, sono solo spirituali e non corporali … . 2) L’affermazione che Iddio Altissimo conosce solo gli universali e non i particolari. Anche questa è palese miscredenza poiche in verità “Non Gli sfugge il peso di un atomo sia nei cieli che sulla Terra”Corano sura 34 vers.3. 3)L’affermazione che il mondo è eterno a parte ante e a parte post, ossia riguardo alle origini e alla fine … . Nessuno dei musulmani arriva ad affermare qualcosa di simile, e per quanto riguarda ciò che ne consegue, cioè la negazione degli attributi: Dio sarebbe sapiente per essenza e non conoscerebbe nulla al di fuori della sua essenza >>.

La politica

<< Per quanto riguarda la politica, tutti i discorsi dei filosofi su questa disciplina si riducono a esaminare come sia il governo virtuoso in relazione a questioni del tutto mondane e quali siano le caratteristiche del potere dei sultani >>. In un altro testo, Giusto medio della credenza, Al Ghazali afferma: << Il potere (sultan) e la religione (din), sono fratelli gemelli; il potere difende e applica la Legge religiosa (shari’a) mentre la religione innerva eticamente la politica. Ciò non toglie che i due poteri siano paralleli e non sovrapposti >>. Su questo tema il suo pensiero è in linea con quello di chi lo ha preceduto e di chi lo seguirà; religione e politica (stato, società, morale) sono inscindibili. Diverse le sensibilità e le modalità, nella consapevolezza però che Corano e Sunna non contengono soltanto precetti religiosi, ma anche politici, etici e sociali. Insomma non vale il principio “dare a Dio quel che è di Dio e dare a Cesare quel che è di Cesare”.

Etica

<< Per quanto riguarda l’etica tutti i discorsi dei filosofi si riducono all’esame delle caratteristiche degli attributi e dei costumi dell’anima, enumerandone le varie specie e generi, oltre a spiegare come possa essere emendata e stimolata dall’azione … . Dall’aver mescolato nei loro libri discorsi filosofici con discorsi profetici e discorsi mistici sono nati due mali relativi alla verità: il primo che affligge chi accoglie le dottrine filosofiche, l’altro che affligge chi le respinge. Grande è il male che affligge coloro che le respingono. I deboli di intelletto che avendo sentito parlare per la prima volta dell’etica dei profeti e dei mistici leggendo i libri dei filosofi, nei quali essa si trova mescolata alle loro sciocchezze, pensano che sia necessario trascurarla e non badarvi e che anzi sia necessario smentire tutti quelli che ne parlano; finiscono, proprio per la debolezza della loro intelligenza, per negare la verità che si trova nella morale profetica e mistica ritenendo che sia nel falso chi la espone insieme alle dottrine filosofiche … . I deboli di intelletto vogliono conoscere la verità attraverso gli uomini e non gli uomini attraverso la verità … . Il saggio conosce la verità, poi riflette su quanto ode e se risponde al vero lo accetta, essendogli indifferente se chi l’ha detto sia in sé mendace o veritiero. Sarà piuttosto ansioso di distinguere la verità nei discorsi dei deviati, ben sapendo che l’oro è un minerale mescolato alla terra >>.

A conclusione di questo breve contributo ed a coronamento del pensiero di Al Ghazali, ritengo necessario riportare alcune sue brevi considerazioni sul concetto e sul valore della Profezia nell’apprendimento o nel perfezionamento della propria fede. Dal capitolo L’autentica natura della profezia. E la necessità che di essa hanno tutti gli uomini.[5] << Sappi che l’uomo nella sua primigenia sostanza naturale, fu creato nudo, inconsapevole, senza alcuna notizia dei mondi di Dio Altissimo. Questi mondi sono molti, anzi innumerevoli, a tal punto che solo Dio Altissimo può contarli, come ha detto “Così travia Iddio chi vuole e guida chi vuole, e il numero degli eserciti del Signore non lo conosce che Lui” Corano sura 74 vers 31. L’uomo acquisisce conoscenza dei mondi solo per mezzo della percezione, ma ogni percezione è creata in modo che l’uomo afferri con essa il mondo reale degli esseri esistenti. … . Con questo ragionamento appare chiaro che è possibile che vi siano modi di apprendere che si sottraggono all’intelletto: questo è il senso della profezia. Ma profezia non è solo un termine che si riferisce a un processo di tal genere, perché l’apprendimento di simili oggetti estranei all’intelletto è soltanto una delle caratteristiche della profezia, che ne possiede numerose altre >>.

La centralità della figura del Profeta Muhammad nella religione islamica rende per questo motivo essenziale una profonda riflessione sulla funzione dei profeti nel percorso spirituale di ogni fedele. Nella religione cristiana la figura del Cristo, considerato dall’Islam un profeta, sovrasta in quanto considerato figlio di Dio ogni riferimento alle figure profetiche che ritroviamo nell’Antico Testamento. Nel pensiero degli studiosi islamici l’approfondimento della profezia e dei profeti ha un ruolo centrale. Ci tornano in maniera efficace tra gli altri Muhammad ‘Abduh[6] e Abu ala Mawdudi[7]. Ne consiglio la lettura per la linearità della scrittura e per la profondità delle argomentazioni contenute nelle loro pagine ad essa dedicate.

  1. In merito alle suddivisioni delle correnti del pensiero politico islamico, Youssef M. Choueiri: Il Fondamentalismo Islamico, Il Mulino Bologna 1993.
  2. Abu Hamid ibn M. al Ghazali: Le luci della Sapienza, Mondadori Milano 2012.
  3. Al Ghazali opera citata pagg. 31 – 44
  4. Abu ala Mawdudi: Conoscere l’Islam, Edizioni mediterranee Roma 1977 pag. 13.
  5. Al Ghazali opera citata pagg. 65 – 67
  6. Muhammad ‘Abduh: Trattato sull’unicità divina, Casa editrice il ponte Milano 2012 pagg 95 e ss.
  7. Abu ala Mawdudi opera citata pagg. 37 e ss.

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