“31 anni e una pandemia”. Capitolo 10: Verso la riapertura
Giuseppe Turchi
31 anni e una pandemia
Parte I
“Incatenato”
10. Verso la riapertura
Ci si avvicina al 3 giugno e alla possibilità di tornare a viaggiare tra regioni. Per tutta risposta io mi sono rintanato nella casa in montagna. Un timido venticello muove il Ciliegio sotto cui mi trovo. Tra poco i suoi frutti saranno maturi.
Vedere tutte quelle Ciliegie ammassate mi riporta con la mente agli assembramenti incontrollati di questi giorni. Tra movide, frecce tricolori e gilet arancioni, le strade di Napoli, Torino e Milano hanno dato il peggio di sé. Forse è inevitabile. Da parte mia non posso fare a meno di condannare la sconsideratezza di quelli che vivono come se il mondo esistesse solo per loro.
Che vi sia questa tendenza lo dimostra anche l’esistenza dei no-mask, un branco di scellerati che vuole difendere la propria libertà dal grande complotto orchestrato dai poteri forti che intendono demolire la nostra democrazia. Come se non portare la mascherina fosse un atto altamente democratico… Il cocktail di ignoranza, menefreghismo e incoerenza che sto bevendo in questi mesi mi farà venire un’ulcera.
Anche voi Ciliegie siete un po’ egocentriche, non è vero? Per una di voi che marcisce nel cesto tante altre finiscono guastate. Ci sono poi quelle più rosse e turgide che rubano sempre la scena alle sorelle. Nessuno si fila mai quelle tre disgraziate vestite con una buccia tra il verde e il rosato.
Oggi sembra che per guadagnare quel bel colore rosso rubino sia necessario fare video su TikTok. L’ex onorevole Antonio Razzi si sta cimentando sempre di più con le nuove tecnologie. È il nonno che tutti i piccoli vorrebbero avere. Ma la piattaforma viene usata anche dai maggiori leader politici. Per loro è facile racimolare migliaia di follower da sfruttare per la propaganda. Ci risveglieremo mai da questo delirio?
«È l’invidia che parla! Prima o poi finirai per usarlo anche tu.»
È inutile che me lo gridiate in coro. Lo so. Prima ho visto la classifica degli streamer più pagati su Twitch e per poco non mi è venuto un colpo. I videogiocatori più in voga guadagnano anche 1,5 milioni di dollari l’anno. Ogni volta che ci ripenso mi chiedo cosa io mi stia impegnando a fare. Scrivo, studio, faccio una vita di rinunce, per cosa? Per 700 euro al mese? Il primo di luglio sarò disoccupato e dovrò sperare nelle convocazioni di settembre. Chi sono quelli che hanno fatto i milioni con il Web? I più bravi? I più talentuosi? I più furbi? I più coraggiosi?
«Sono quelli che, in un modo o nell’altro, hanno intuito l’occasione e non hanno avuto paura di esporsi. Sono i primi ad aver cavalcato l’onda.»
Chissà. Forse questa è una nuova selezione naturale che premia i più “adatti”. Il mio tipo di contenuti funzionerebbe solo se avessi già una notorietà. Forse dovrei smettere di perdere del tempo con hobby da cui non guadagno nulla e dedicarmi solo allo studio per il concorso docenti. Non è bene che a 31 anni io non abbia ancora raggiunto un minimo di stabilità economica.
«È tua la colpa?»
Oh, sì. Se avessi voluto lavorare col mio diploma, probabilmente sarei già stato assunto da qualche software house. Molti miei compagni delle superiori lo hanno fatto e adesso possono contare su un contratto a tempo indeterminato. Vedete? La colpa è mia che non sopporto i linguaggi di programmazione e non riesco a compilare un programma funzionante neanche a morire. Lo riconosco.
Le tante promesse di fare i ‘big money’ grazie a strumenti come Twitch, Patreon, Instagram, Network Marketing e criptovalute continuano ad attrarmi. La ricchezza di pochi ha creato un’aspettativa e probabilmente sono caduto nella trappola: il mio caso non è che una delle tante infelicità rinforzate dai nuovi fenomeni sociali.
Prendo un bel respiro e con le mani accarezzo le Ciliegie che riesco a raggiungere. Sì, mi lascio abbindolare facilmente. Però questi frutti sono totalmente bio. Niente maturanti, niente pesticidi, niente cera. Non sono stati inquinati per avere un’estetica migliore.
Sono davvero contento per voi.
«Come mai?»
In questa piccola frazione di paese siete cresciute lontano dall’inquinamento e dagli incivili che insozzano la Natura senza ritegno.
«Che esagerato!»
Voi non ne avete idea. Sapete cosa ho trovato a bordo strada durante una delle mie passeggiate? Bustine di antiacidi, astucci di merendine, bottiglie di plastica a non finire e persino una confezione di Levitra!
«Ci prendi in giro solo perché siamo acerbe.»
Non scherzo, ho la foto. Mi fa venire il nervoso. Ho deciso che comprerò gli strumenti per pulire e, se qualcuno mi darà una mano, farò il giro per sistemare quello scempio.
Ecco perché dico che siete fortunate. Quassù, almeno, gli abitanti hanno rispetto.
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