L’Oltretorrente di Attilio Bertolucci
Domenica 20 marzo, il quartiere Oltretorrente si vestirà a nuovo per celebrare, come ogni anno, la festa di San Giuseppe che, da calendario, cade il giorno prima.
È la più antica fra le feste del quartiere che Attilio Bertolucci ritrasse nei borghi solitari, nelle taverne sperse, nella carne febbrile della sua gente mentre una ragazza volge, correndo, gli occhi viola d’ombra. Nell’occasione, riproponiamo L’Oltretorrente di Bertolucci con un breve commento che Giuseppe Marchetti fece del poeta nel 1991.
Antonio Battei
Attilio Bertolucci
L’Oltretorrente
Sarà stato, una sera d’ottobre,
l’umore malinconico dei trentotto
anni a riportarmi, città,
per i tuoi borghi solitari in cerca
d’oblio nell’addensarsi delle ore
ultime, quando l’ansia della mente
s’appaga di taverne sperse, oscure
fuori che per il lume tenero
di questi vini deboli del piano,
rari uomini e donne stanno intorno,
i bui volti stanchi, delirando
una farfalla nell’aspro silenzio.
Non lontano da qui, dove consuma
una carne febbrile la tua gente,
al declinare d’un altro anno, fiochi,
nella bruma che si solleva azzurra
dalla terra, ti salutano i morti.
O città chiusa nell’autunno, lascia
che sul fiato nebbioso dell’aria
addolcita di mosti risponda
in corsa la ragazza attardata
gridando, volta in su di fiamma
la faccia, gli occhi viola d’ombra.
L’Oltretorrente
Attilio Bertolucci è tra i grandi poeti del Novecento italiano la voce che meglio ha saputo conciliare culla e universo, Parma e il mondo, riducendo spesso la dimensione di questo al perimetro ossessivamente preciso e nitido di quella. Su questa via, perseguita con ininterrotta fedeltà sino dai primissimi versi, il poeta ha proceduto senza concedersi mai agli affetti e agli effetti delle mode e delle suggestioni. Ne è venuto così un corpus poetico di non vaste dimensioni quantitative ma d’una qualità che riesce a conciliare in sé la visione lirica e tragica, storica e familiare della vita superando il frammento, la prosa d’arte, il lirismo, il realismo e l’intimismo. Solo il romanzo Bertolucci non ha voluto superare e ora si può ben dire che egli sia il solo poeta nostro che esprimendosi in versi ne ha creato uno indimenticabile e di grande esempio.
Giuseppe Marchetti, L’inquieta speranza. Antologia poetica parmigiana, Parma, Battei, 1991.
Ultimi commenti