Categoria: Salute

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Politiche ed interventi per promuovere la salute nelle comunità locali

Il promuovere la salute si articola in tre ambiti fra loro intrecciati: in primis l’ambito formativo, che non deve essere solo limitato alle fasi dello sviluppo (come è stato prevalentemente pensato finora) ma deve potersi estendere a tutte le età della vita (long life learning), in particolare quelle di apprendimento/cambiamento nelle fasi critiche e di passaggio del corso di vita. In secondo luogo, l’ambito comunicativo, inteso sia come comunicazione dialogica e multidimensionale (ossia relazionale) fra gli attori della salute, sia come comunicazione socio-ambientale, ossia informazione disponibile e ‘lanciata’ erga omnes attraverso i media. Il terzo ambito è quello delle politiche, degli interventi e delle risorse ambientali, in altre parole tutte le occasioni che permettono ad una popolazione residente su un determinato territorio di mantenere e sviluppare stili di vita sani, godere di una buona qualità della vita e poter usufruire di pratiche salutogenetiche in modo diffuso e agibile (ossia superando le diseguaglianze e le barriere di reddito, età, genere, cittadinanza, cultura, ecc.).
di Marco Ingrosso

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Prima la comunità: quale?

di Pietro Pellegrini- La pandemia ha evidenziato come sia necessario un sistema di welfare pubblico universale, solidale, sostenuto da un patto sociale condiviso e praticato. Il riferimento ai valori costituzionali appare evidente e naturale per chi ha vissuto la stagione dell’emancipazione e dei diritti, ma non è affatto tale per chi ha subito nella propria esperienza di vita, sulla propria pelle, il peso del neo liberismo prima temperato e poi sempre più vincente. Il richiamo alla Costituzione rischia di essere un insieme di parole retoriche, specie quando le persone sperimentano l’assenza del welfare e la delusione diviene disillusione e rabbia, ma non espressa nelle abituali forme di protesta.

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Riforma del lavoro medico territoriale e nuovi assetti gestionali

di Bruno Agnetti – Sarebbe interessante studiare, tra i tanti dati illeggibili di questa pandemia Covid, l’operatività di quei Medici di Medicina Generale (mmg) che sono riusciti a fare diagnosi (o almeno ipotesi diagnostiche precocissime) e a mantenere al domicilio i propri assistiti seguendoli con contatti ripetuti nella giornata portandoli così alla “guarigione”. Poi, ma dopo, sono arrivate le circolari e le linee guida ufficiali, modificate di settimana in settimana, a complicare ulteriormente ciò che già era difficile. Finché è stato possibile si è assistito ad una piccola innovazione “autonoma” del lavoro medico creata cosi, su due piedi, dai mmg a partire dai primissimi momenti.

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Cura, prossimità e distanze

di Maria Inglese – La pandemia da coronavirus ha rappresentato un evento-spartiacque in vari ambiti del vivere comune: ha portato lutti, malattie e ferite in diversi nuclei familiari, ha investito il sistema di assistenza sanitaria del nostro territorio impattando soprattutto sui presidi ospedalieri, ma anche sui sistemi di cura e di assistenza territoriali, ha condizionato la tenuta dei legami sociali, il sistema produttivo, l’educazione, la cultura. Si potrebbe usare, a questo riguardo, l’espressione di ‘cambiamento drammatico del Sé’ (Ceretti e Natali), una definizione usata in ambito psicologico per descrivere dei cambiamenti improvvisi e profondi della struttura dell’individuo (quali, ad esempio, una esperienza di violenza o un trauma psicologico); applicato al contesto comunitario e sociale si manifesta con un impatto emotivo violento su famiglie, sui gruppi di lavoro, imprese, aziende, scuole. La comunità è stata ferita e, passata la fase dell’emergenza, diventa necessario occuparsi del ‘dopo’, del ritorno ad una dimensione routinaria, normale. Sapendo che esiste un ‘prima ed un dopo’, che la vita di prima non ritornerà, che la tenuta dei legami e dei patti sociali sono destinati a modificarsi per quanto successo. Nei giorni che sono seguiti all’emergenza si fa più urgente individuare quel ‘dopo nell’ora’.

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La salute (mentale) non basta

di Fabio Vanni – Lo star bene delle persone parte da una propria ‘cura di sé’ che avviene attraverso vari tipi di pratiche che spesso includono altri ‘prossimali’ come familiari, amici, colleghi di lavoro, etc.. Quando questa auto-eco-regolazione non è sufficiente, la domanda di cura si allarga in vario modo e può coinvolgere l’aiuto professionale, quel dispositivo che i sistemi di welfare hanno messo a disposizione dei cittadini per rispondere a questo e ad altri tipi di bisogni che travalicano le possibilità autonome di risposta.

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Dialogando con Roberto Favilla

di Alessandro Bosi – Da quando abbiamo acquisito la consapevolezza, che non avevano i nostri più lontani genitori, della relazione tra sessualità e fecondazione, ci comportiamo, nell’attività sessuale, tenendone conto; indipendentemente dal fatto di sapere se spermatozoi e ovuli sono viventi. Le stesse questioni di bioetica, che subentrano nella eventualità di decidere per un’interruzione di gravidanza, non interferiscono con la vita sessuale ordinaria. Dovendo prendere una decisione a questo riguardo, le conoscenze analitiche sono soppesate insieme a numerosi altri fattori e, talvolta, con l’intervento di pareri formulati da soggetti diversi.

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Ricominciamo? L’importanza del servizio sanitario territoriale periferico

di Comunità Solidale Parma – Questa epidemia ha colto il nostro sistema sanitario impreparato per quanto riguarda gli ospedali e il territorio (screening, monitoraggi, mascherine). Una organizzazione sanitaria territoriale adeguata avrebbe forse rallentato l’infezione, lasciando più tempo per la ricerca di efficaci strategie terapeutiche. Come Comunità Solidale Parma da anni proponiamo soluzioni innovative per il territorio (Casa della Salute o Casa del Quartiere) dirette ad affrontare le nuove sfide “imposte dalla globalizzazione”. Abbiamo ribadito in passato come fosse necessaria una ideazione ed una progettazione che veda dall’inizio coinvolti i diretti interessati (la popolazione) e gli attori dell’assistenza territoriale (innovazione del processo decisionale). A Parma c’è un eccellente modello di come possono essere stabilite alcune ipotesi di disegno progettuale e di come si possano realizzare: ci riferiamo all’Ospedale dei Bambini.

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La lezione del Coronavirus

di Alessandro Volta – In molti si stanno chiedendo se finita la pandemia tornerà tutto come prima o se invece ci ritroveremo profondamente cambiati. Penso che molte delle precedenti abitudini torneranno a guidare i...