Prospettiva – Numero 5
Pubblichiamo il Numero 5 di PROSPETTIVA, contenente gli articoli di Giusy Diquattro, Francesco Gianola Bazzini, Giuseppe Turchi, Sergio Michele Tardio, Andrea Galletti e Samuele Trasforini.
Pubblichiamo il Numero 5 di PROSPETTIVA, contenente gli articoli di Giusy Diquattro, Francesco Gianola Bazzini, Giuseppe Turchi, Sergio Michele Tardio, Andrea Galletti e Samuele Trasforini.
Com’è possibile negare a una persona la capacità di spostarsi, di muoversi secondo il proprio arbitrio e secondo i propri desideri? Non è possibile o almeno non dovrebbe. L’articolo 13 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite dichiara: comma 1 «Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato». Comma 2 «Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese» (Dichiarazione universale dei diritti umani, OHCHR). La triste verità è che invece sempre più spesso si decide, perché all’interno dei processi decisionali o per semplice e passiva accettazione dei fatti, di negare a molte persone la facoltà di potersi muovere in libertà. Di solito ciò avviene per una combinazione di paura e ignoranza, che scattano quando si tratta di difendere ciò che è nostro o ciò che crediamo ci appartenga. L’Italia e l’Europa hanno costruito un sistema di esclusione del diverso, che anziché agevolare l’inserimento nella nostra società emargina e discrimina. La cosa che fa riflettere è che questo processo avviene a tutti i livelli, da quello europeo a quello del singolo cittadino, che ha assorbito decenni di propaganda contraria all’immigrazione.
Anche nelle singole città, Parma compresa, il Leitmotiv dominante è costituito non tanto dalla volontà di intercettare il disagio
di Giuseppe Turchi – Nel corso degli anni la letteratura scientifica inerente le tecniche e tecnologie didattiche è cresciuta sempre più, complici la sinergia con discipline come la neuropsicologia e la maggiore attenzione posta sulla figura dell’alunno. Nel mentre ricercatori e insegnanti hanno dovuto far fronte ai repentini cambiamenti di contesto indotti, in buona parte, dallo sviluppo tecnologico. Penso al passaggio dalle campagne alla città, all’avvento della televisione, del Personal Computer, fino ad arrivare ai social network, il tutto accompagnato dalle grandi battaglie per i diritti civili di donne, lavoratori, e delle minoranze in genere.
Parma sta vivendo da circa quindici anni un periodo di decadenza morale e materiale, ma è anche una città che sta reagendo a vari livelli. Non credo sia mai venuto meno l’alto livello intellettuale e artistico della città e per me questa è la risorsa più importante.
di Roberto S. Tanzi Premessa: il paradosso degli spazi perduti Le città, destinate a diventare infinitamente grandi, vivono l’aporia della perdita dei piccoli spazi, degli spazi chiusi. Caffè, bar, circoli ricreativi, quelli che,...
di Piergiorgio Gallicani Sono qui stasera a nome del M.A.P.N.A.M.D. – : Movimento di Azione Popolare Neorevisionista Antinegaziosta a Mano Disarmata. Ho portato con me alcune copie in ciclostile del nostro Manifesto Fondativo, di...
di Ferruccio Andolfi Che cosa possono cercare nella città intellettuali della parola o della scrittura come quelli che si sono raccolti nel nostro gruppo? Forse proprio un completamento della loro formazione nel senso...
Poesia dedicata al progetto Angelus Novus 2020 che riassume in sé le linee di ricerca dei tre gruppi di lavoro: Salute, Clima e Civiltà.
di Donato Carlucci – All’epoca del Ducato, attraverso le ‘vie del sale’, era fiorente il contrabbando proveniente dal Pontremolese e la duchessa Maria Luigia, subito dopo il suo insediamento, volle porvi rimedio rafforzando la Guardia di Finanza. Questa, in effetti, era presente a Parma già nel 1814, come da Rapporto n. 2498 del 14 marzo 1835, nel quale Laurent, rappresentante del Governo, nell’illustrare la situazione storica al Presidente delle Finanze dell’epoca, scriveva che «cessata la dominazione francese, comparvero i contrabbandieri armati per la prima volta nel 1814 e sembrava non bastassero le poche Guardie di Finanza».
di Sonia Masini – Ho immaginato le civiltà, ho conosciuto la civiltà. Via via scoprendone virtù e debolezze e come essa tenda a negare se stessa, per poi rigenerarsi.
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